Interviste

Heather Parisi

Una chiacchierata tra amiche .... by Joao Turchi

Posted 23 Agosto 2019

Vi riporto di seguito l'intera chiacchierata con Joao Turchi per la rivista online ITALIANSDOIBETTER

 

Cara Heather, inizio prendendomi subito confidenza non autorizzata, posso chiamarti Crilù? Posso?

E’ il mio 45 giri del cuore!

È anche il mio. Anche se è difficile dire a quale brano sono più affezionata, devo ammettere che Crilù è sicuramente in cima alla lista.

 

Come stai?

Indaffarata, esausta, alle prese con il mestiere più difficile al mondo che è anche poi quello che amo di più: mamma ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette. E per di più mamma di due gemelli che fanno Homeschooling ! Ti ho detto tutto.

 

Innanzitutto GRAZIE MILLE per aver accettato di fare questa “chiacchierata tra amiche”, tra i tuoi impegni di lavoro e di Super Mamma immagino che di tempo ne resti poco, quindi sappi che apprezzo e ti ringrazio veramente di Cuore!

Ti scrivo da un’assolata e afosa Roma con l’intento iniziale di prenderci un tè virtuale, ma con questo caldo mi perdonerai se ripiego su una coppa di gelato stracciatella e pistacchio; a proposito, tu che gusti preferisci?

Non vado pazza per il gelato che invece è, assieme alla pizza, il cibo preferito da Umberto. Se proprio devo dire un gusto, dico cioccolato nero fondente. Ricordo che appena ho partorito i gemelli, Umberto mi ha portato una vaschetta da una gelateria di via Cola di Rienzo. That was really good ice cream!!

 

E soprattutto, come si sta a Hong Kong in questo periodo?

Se per questo periodo intendi quello delle proteste, ti posso assicurare che Hong Kong è una città che si " rigenera" a una velocità impressionante senza scomporsi. Poche ore dopo il passaggio dei protesters, la città riprende a funzionare come niente fosse successo. Si vogliono far passare queste manifestazioni come riots, ma non è così. Anche in una situazione così complicata, c'è grande senso civico e la stragrande maggioranza dei cittadini di Hong Kong è dalla parte degli studenti

 

In una metropoli come Hong Kong, mi togli una curiosità? Come funziona la raccolta della spazzatura? Chiedo perché qua a Roma siamo messi maluccio…

È una città super pulita. Merito di chi la amministra, ma anche del senso civico di chi ci vive.

 

Ho un sacco di cose da chiederti, da dj prenderei spunto, per iniziare, dall’inciso di un tuo disco (a caso eh…), “Cicale Cicale”:
“Io sto bene dove ci sei tu”, a vedere il tuo profilo Instagram sembra che questa frase possa riassumere la Tua realtà di Famiglia, o sbaglio?

Voglio essere sincera. Il successo è una medaglia a due facce, ti dà ma al tempo stesso ti toglie.

Oggi finalmente vivo circondata da amore vero, da sentimenti limpidi, da uomo che amo visceralmente e che mi adora. In passato non è stato così.

E posso dirlo? La mia felicità di oggi, me lo sono meritata tutta. 

 

Posso dedurre che la Famiglia sia veramente e “semplicemente” ovunque ci sia dell’amore, ovunque vi troviate, purché insieme? Ci ho preso? Perché sono ancora single, per di più gay, ma sto lavorando sulla cosa (sull’essere single ovviamente) e qualche informazione o consiglio potrebbe aiutare!

Ti ripeto quello che ho già scritto. Non esiste la famiglia “naturale” o quella “tradizionale”, nè quella “migliore”, “più morale” o “più evoluta”. Esiste chi tu ami e chi ama te e insieme sono famiglia.

Ti dirò di più. Io credo che la famiglia gay abbia il diritto di avere figli al pari della famiglia eterosessuale.

L'interesse superiore di un bambino è di trovare un ambiente famigliare sano e amorevole a prescindere da come è composto il nucleo famigliare. Finiamola di pensare che bastino due genitori di sesso diverso a fare una famiglia perfetta. Il mondo è pieno di famiglie tradizionali dove i figli subiscono abusi e violenze.

L'Italia si è distinta per ben più disastrosi esperimenti sociali, quelli sì da condannare. Penso al fatto che ancora oggi sia negato, attraverso l'obiezione di coscienza dei medici, il diritto della donna di abortire con conseguenze drammatiche. Penso alla legislazione italiana sulla procreazione assistita che ha creato il fenomeno del turismo procreativo.  

 

Sei un’indiscussa icona LGBTQ, una delle rare che per di più, ci tengo a sottolinearlo, NON HA MAI VOLTATO LE SPALLE alla comunità che l’ha sempre sostenuta; secondo te per quale motivo, e/o credi sia un po’ anche per questo che, sei così amata?

A costo di passare per presuntuosa, fammi dire un pensiero che mi frulla in testa da un po’.

Essere icona LGBTQ è un premio che non tutti meritano allo stesso modo. Chiunque abbia visibilità pubblica, e la gente dello spettacolo è privilegiata in questo senso, dovrebbe spendersi per dare voce a chi voce non ha. E dovrebbe farlo senza mezze misure, senza essere paracula con frasi di circostanza. Paracula si può dire? Tu scrivilo lo stesso. E dovrebbe farlo anche quando, anzi soprattutto quando, la difesa di chi non ha voce va contro il sistema. L’Italia ultimamente nella difesa delle minoranze ha fatto passi indietro preoccupanti. Quante icone LGBTQ hai visto, esporsi in temi come le adozioni gay, le gravidanze surrogate, l’aborto?

Magari io farei una selezione più accurata delle icone … tu cosa ne dici?

 

Per quanto mi riguarda sei stata la mia prima cotta insieme alle Spice Girls; ricordo come se fosse ieri, il giorno in cui rimasi letteralmente folgorato da una replica della sigla di “Fantastico” dove tu aprivi con “Disco Bambina”. Hai ancora quel vestito MERAVIGLIOSO a strisce?

Stai attento perché Umberto è un uomo molto geloso! Non ho conservato alcun cimelio della mia carriera. Un po’ per ragioni di spazio e un po’ perché non amo vivere di ricordi; i ricordi ti dicono che il tempo è passato.

 

E quello con Topolino di “Crilù”?

Ricordi qualche aneddoto sulla registrazione di queste o altre sigle?

Durante la registrazione di Crilù erano tutti fissati a guardare il mio sedere. Ma mica per altro, solo perché volevano inquadrare Topolino. O forse no?

 

Non posso non chiedertelo, com’è stato lavorare con Sandra e Raimondo?

Non mi stancherò mai di ricordarlo. In scena ciascuno di noi non faceva altro che ripetere quello che succedeva nella vita normale. Quelle gags e quegli sketch accadevano per davvero dietro le quinte.  

 

Sai che in tv non si sono più vistì dei Fouettés fatti bene dai tuoi nella sigla di “Ti Rockerò”?

Allora mi provochi? Boccuccia mia statte zitta. Sai benissimo che solo Bolle, in versione maschile, potrebbe farlo ….

 

Da un po’ di tempo sei andata a vivere ad Hong Kong, la famiglia ti ha portata lì, ma tu hai vissuto in Italia tantissimo tempo, oltre ovviamente ad aver vissuto in America fino alla tua adolescenza; cosa è rimasto oggi dell’Italia che hai conosciuto quando sei venuta nel ’79?

Visto che ti sei preso la confidenza di chiamarmi Crilù, ora mi prendo io la confidenza per dire qualcosa che mi sta a cuore.

Quando sono arrivata in Italia, io ero nessuno in Italia, ma nel mio paese, gli Stati Uniti, ero ritenuta una grande promessa del mondo della danza.

Fin dall’età di 13 anni ero stata considerata una bimba prodigio avendo vinto tutte le borse di studio a cui avevo partecipato, molte delle quali destinate a ballerini di 18 anni.

Sono diventata famosa in Italia ma sono convinta che lo sarei diventata anche nel mio paese, in fondo le occasioni non mi sono mancate nè prima con Baryshnikov nè durante la mia carriera, quando mi cercarono per farmi fare uno show a Las Vegas o quando David Geffen voleva farmi debuttare nella TV americana.

Diciamo la verità, notarmi in discoteca a Roma non era poi così difficile.

Molti mi criticano perché dicono che non ho riconoscenza e che dovrei ringraziare chi mi ha scoperto.

Ma io vengo da una società, quella americana, che è nata nel mito della conquista del West, dove tutto è ritenuto possibile e chiunque può avere successo, purchè abbia talento e volontà.

Per noi americani ringraziare significa ammettere che qualcuno ti ha fatto un “favore” per ottenere qualcosa che altrimenti non avresti meritato. E io non credo che sia il mio caso.  

Comunque per tornare alla domanda, dagli italiani ho imparato l’entusiasmo per la vita, la gioia di vivere, l’affetto della gente. Sembrano luoghi comuni, ma non lo sono. Almeno non lo erano quando sono arrivata.

Oggi, devo ammettere, vedo un’Italia diversa. C’è paura per il futuro, c’è rabbia e insoddisfazione per il presente.

 

Se dovessi fare un confronto sulle prime tre cose che ti vengano in mente tra Hong kong e Roma, che cosa ti ricorda ad Hong Kong di Roma e viceversa?

Really? È come mettere assieme il diavolo e l’acqua santa. 

 

Hai vissuto diversi anni a Milano, come vedi la modernità di questa città rispetto ad Hong Kong ora che Milano è anche la città delle Olimpiadi?

Milano è una spanna sopra a tutte le altre città, l’ho sempre amata, ma durante le ultime visite mi ha sorpreso per la sua mentalità cosmopolita e mitteleuropea.

 

Come vedi l’intrattenimento, lo show business, in un posto come Hong Kong che per noi italiani sotto quel punto di vista forse è più sconosciuto e spesso erroneamente confuso con quello Giapponese?

Non riesco a capacitarmi del perché nell’immaginario degli italiani Hong Kong sia in Giappone! Non sai quanti ! eppure non c’è nulla di più distante tra la cultura cinese e quella giapponese.

 

Come trovi l’Italia di adesso per quanto riguarda l’intrattenimento e il modo di fare show business rispetto a quando hai iniziato negli anni ’80?

Sincera? Il nulla più assoluto. Nel mondo della TV italiana, ma anche in altri campi, penso alla politica e all’economia, è mancato un ricambio generazionale. Credo che il mondo dei reality sia stato la rovina della tv. Sforna personaggi senza arte ne parte che durano lo spazio di un nano secondo.  

 

Ti è mai venuto in mente di fare un grande show, un grande ritorno, un grande rientro proprio ad o da Hong Kong, viste anche le dimensioni della platea televisiva che ovviamente in un paese così grande è sicuramente enorme e considerevole?

Hong Kong non è poi così grande, perché ci abitano solo nove milioni di persone. Se invece intendi la Cina, allora la platea è immensa, ma parliamo di riferimenti culturali molto diversi da quelli occidentali e soprattutto di una barriera difficilissima da superare: la lingua cinese.

 

Ti fa sorridere il fatto che dopo tanti anni, non i tuoi fan (che non ti hanno MAI dimenticata anzi ti hanno sempre richiesta a gran voce), ma lo show business italiano “si sia ricordato” di te tanto da dedicarti continuamente speciali e rimessa in onda di vecchi programmi?

Sono convinta che un certo modo di fare televisione manchi a tanti telespettatori. Non è vero che la tv di oggi è così perché è lo spettatore che la vuole così. La tv di oggi è stata imposta per ragioni di convenienza economica e lo spettatore non ha scelta. Ma se …

 

Tu di dischi ne hai venduti milioni e nel senso fisico del termine, milioni di vinili. Come vedi la musica oggi, con successi decretati da streaming, tra Itunes, piattaforme sempre in evoluzione e successi che durano un mese ma che lasciano poco o comunque non riceveranno mai un boato come sono certo accadrà ancora a “Disco Bambina” tra un centinaio di anni?

Quanta nostalgia della musica degli anni 70,80 e 90 !!! Per me la musica si è fermata allora. Sia chiaro comunque che io non ne faccio parte.

 

Se potessi rubare una sigla a Raffaella Carrà, quale sceglieresti e perché?

Rubare una sigla a Raffaella sarebbe un sacrilegio! Raffaella è intoccabile.

 

C’è una tua sigla che rifaresti in chiave moderna? Magari in un nuovo album?

In realtà, in Nemicamatissima, io ho reinterpretato in chiave House sia Disco Bambina che Cicale che Io, Pinocchio.

A me quelle versioni sono piaciute tantissimo.

 

Possiamo sperare in qualche nuovo progetto televisivo all’orizzonte in Italia in futuro che ti veda protagonista?

Difficile. A me non interessa stare in tv a qualsiasi costo e con un passato come il mio, c’è davvero poco che potrebbe aggiungere qualcosa d’importante alla mia carriera.

Alcune mie colleghe, fanno di tutto pur di esserci e francamente mi mettono molta tristezza. L’arte dello spettacolo non si misura dalla “quantità”, ma dalla “qualità” di quello che fai.

 

Ti hanno mai fatto qualche proposta di partecipazione a reality?

No, mai nessuno e la ragione è molto semplice: conoscono benissimo la risposta.

 

Com’è cambiato il tuo rapporto con i fan, se fosse cambiato, grazie ai social network?

Con i social ho un rapporto di amore e odio. Io rispondo personalmente a tutti quelli che mi scrivono, ma fatico ad accettare la cattiveria gratuita che dilaga.

Il violentissimo attacco che ho ricevuto sui social durante la trasmissione “Amici” da parte dei fans di uno dei concorrenti sul quale avevo espresso un giudizio negativo e le minacce di morte rivolte a mia figlia e a me, sono qualcosa che non dimenticherò mai perché mi hanno segnato per sempre.

 

Cosa ne pensi di questa intervista, adesso che forse per esprimere un concetto sarebbe più facile e veloce fare una storia su Instagram?

Non sono d’accordo. Io amo ancora il cartaceo …. Ahi! Il tempo che passa …..

3 comments

23 Agosto 2019 09:48

Bella intervista, honey! A proposito, anch'io amo profondamente il cartaceo!! Sarà perché mi occupo seriamente di letteratura? I libri, stampati, sono un investimento duraturo nel tempo. E sicuro. Il migliore, più sano e più completo nutrimento per la nostra mente. Scrivere, è un'arte. Per pochi.

24 Agosto 2019 16:34

La sorte è proprio buffa, darling... "Houston, abbiamo un problema!!! Cercasi disperatamente ascolti per il blog!!! ' Mentre, "Grand Tour" vince pienamente la prima e la seconda serata! È stata un'esperienza bellissima per chi l'ha fatto, per chi l'ha visto. Sai, sweety, dovresti fare un post dove spieghi tanto livore nei confronti di Lorella: alcuni tuoi presunti fans, sono pronti ad emularti senza neanche conoscerne il motivo. E questo, non è che il triste risultato della "legge Basaglia"... E, il " triumvirato della follia" arriva primo... Peace and love. Always.

07 Settembre 2019 14:12

Solidarietà, odio, disprezzo, amore, comprensione, essere contro invece che a favore. Parole sacrosante, honey!! Peccato, però, che la teoria e la pratica viaggino, spesso, su binari paralleli... Capitta mi hai?? I will wait for a change, sweety. In fondo, siamo tutti educatori. E bisogna dare l'esempio. Sempre. Perché non cominci tu con Lorella? Sarebbe un bel segnale, my beloved. E ti seguirebbero in tanti... Chance pour "La vita in diretta". Da lunedì 9 settembre. Ore 16.00, Rai Uno. Io, voglio crederci. Hai visto mai??

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